Il 5G è una tecnologia di rete mobile destinata a soppiantare l’attuale 4G/LTE.
Si tratta della quinta generazione (la G, per l’appunto, vuol dire Generation) che non solo ci permetterà di avere prestazioni e velocità di gran lunga superiori rispetto al passato, ma ci traghetterà anche verso l’ Internet of Things (IoT), un mondo in cui gli oggetti intorno a noi (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi, ecc.) saranno sempre più connessi.

Quali sono i vantaggi del 5G?

Come già accennato, rispetto alle precedenti tecnologie (4G/LTE, 3G, 2G) il 5G è più veloce (raggiunge i 10 Gigabit per secondo), ha tempi di risposta (latenza) più rapidi e dà la possibilità di gestire un maggior numero di connessioni in contemporanea.

Vediamo uno per uno i vantaggi del 5G.

1) Velocità

Se con il 4G è possibile scaricare un file di 700 MB in 4 minuti, con il 5G è possibile farlo in 20 secondi.

2) Latenza

La latenza è il tempo di risposta che intercorre fra l’input di un comando e il suo output; in altri termini, se pensiamo a un’automobile connessa alla Rete è il tempo che intercorre fra la rilevazione di un ostacolo e la sua segnalazione. Con il 4G la latenza è stimata intorno a 50-100 millisecondi, con il 5G intorno a 1-10 millisecondi.

3) Risparmio energetico

Il 5G consente un notevole risparmio di energia poiché gran parte del lavoro viene svolto dalle antenne e non dall’hardware dei device, le cui batterie vengono così salvaguardate.

Facciamo chiarezza sui pericoli della rete 5G

Molti temono possibili effetti nocivi sulla nostra salute, causati dalle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne. Al momento non ci sono dati a supporto di questa tesi.

Per poter valutare i potenziali pericoli del 5G serviranno anni di studi. L’unico dato certo è che le onde elettromagnetiche del 5G, viaggiando a una frequenza più elevata rispetto a quelle di 2G, 3G e 4G/LTE, hanno una maggior, seppur insufficiente, capacità di penetrazione nei tessuti umani; e, anche nel caso in cui l’esposizione sia prolungata, si fermerebbe agli strati superficiali della pelle senza causare danni al DNA.
Da considerare, oltretutto, che i livelli massimi dei campi elettromagnetici sono soggetti a limiti di legge.

Il parere della IARC

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come appratenti al gruppo 2B, ovvero come “possibilmente cancerogeni”.
Si tratta del livello più basso di rischio, utilizzato quando non sussistono prove evidenti di cancerosità.

Frequenze e SAR

Oggi, qualsiasi dispositivo collegato in wireless alla Rete emette onde elettromagnetiche, ma non vuol dire che queste siano necessariamente dannose per la salute. La lunghezza delle onde, cioè la distanza fra una cresta e l’altra, si misura in Hz e può essere o molto grande o molto piccola. Più la frequenza è alta minore è la distanza, dunque la loro capacità di penetrazione nei tessuti umani.

Il 5G ha la peculiarità di lavorare su molte frequenze, alcune basse, altre alte. Un’ampiezza di banda più estesa, oltre a consentire l’invio di una maggior quantità di dati, fa funzionare più dispositivi in contemporanea. Se in passato con il 4G le frequenze si aggiravano fra i 900 MHz e i 2,6 GHz, oggi con il 5G le frequenze sono tra i 3,6 e i 27,5 GHz.
In più, non dimentichiamoci che c’è un limite di sicurezza relativo all’intensità delle onde di TV, radio e ripetitori telefonici: 6 volt per metro; un limite cautelativo se si considera che quello europeo è di 60 volt per metro.

Nel caso degli smartphone si parla anche di Specific Absorption Rate (SAR), un indice che misura la quantità di radiazioni assorbite dal corpo umano. L’Unione Europea, per garantire la sicurezza dei propri cittadini, ha fissato il SAR a 2W per kg; finora nessuno smartphone ha superato o si è avvicinato a questa soglia.

La questione antenne e Coronavirus

È vero: come molti hanno letto, le antenne dovranno aumentare, ma semplicemente perché le onde del 5G, viaggiando a frequenze più elevate, sono anche più “fragili”; per non perdere il segnale, quindi, dovrà esserci una maggiore capillarità. Il segnale delle antenne s’integrerà, inoltre, con quello dei satelliti per coprire più celle (cioè porzioni del territorio). Anche in questo caso, non esistono studi sugli effetti nocivi né dei ripetitori né dei satelliti, tutt’al più, come accennato sopra, su quelli delle onde emanate dagli smartphone. Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, comunque, non prevede un blocco della ricerca di fronte a un rischio potenziale.

Il Coronavirus si trasmette per via aerea, tramite saliva o giungendo alle mucose di naso, bocca e occhi tramite una mano contaminata; non ha niente a che vedere con il 5G: le onde elettromagnetiche non trasmettono materia, ma energia, quindi l’ipotesi secondo la quale il 5G propaghi il virus è del tutto infondata.
Il fatto che l’epidemia da SARS-CoV-2 si sia diffusa quasi contemporaneamente al lancio del 5G non ha alcuna correlazione e si tratta di una coincidenza storica.

Conclusioni: il 5G è pericoloso?

No, il 5G non è pericoloso. Gli studi epidemiologici della IARC hanno dimostrato che non vi è alcuna correlazione fra l’utilizzo degli smartphone e l’aumento dei tumori. Si può parlare soltanto di rischi potenziali da dimostrare. Ai più scettici, perciò, raccomandiamo al massimo di allontanare lo smartphone dalla pelle, questo basterà a ridurre drasticamente il rischio di esposizione.

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